Archivio News

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12/07/25

LISTINO PREZZI

VAI ALLA SEZIONE LISTINO PER MONITORARE I PREZZI DELLA SETTIMANA N.28

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    Ancora pochi scambi tra aziende agricole e commercianti, la maggior parte dei cereali viene conferita in conto vendita nella speranza di poter ottenere un miglior prezzo nelle settimane che verranno

    Le poche vendite avvenute in questa settimana sono state influenzate dai ribassi riscontrati in tutta Italia ed all'estero

    La raccolta in Sicilia è giunta quasi al termine, poche le zone nell'interno siciliano che ancora sono in piena raccolta.

    Purtroppo le piogge hanno tolto colore e peso ai grani duri e teneri, ma riscontriamo sempre nel centro sicilia una proteina media che si attesta tra 12.5 ed 14 con pesi ettolitrici (epurati da erbe, pula e/o lolla) essere tra 79 ed 82. I grani con peso sotto 77 fortunatamente sono limitati ad un 10% della produzione.

    Nelle zone marine la trebbiatura è terminata con ottimi risultati, nessun danno è stato registrato a causa delle piogge.

    Tutto il comparto che opera nel grano duro sta monitorando con attenzione la situazione climatica in America e Canada.

    In molte aree la siccità sta avanzando e si spera nelle piogge che però non sembrano voler arrivare. Alcune zone hanno ricevuto qualche pioggerellina ma insufficiente visto il tasso di umidità molto basso.

    I prossimi 15 giorni saranno determinanti per determinare quale direzione prenderanno i prezzi del grano duro

    Turchia e Messico hanno ridoto la loro raccolta, inoltre la Turchia per tramite del TMO ha bloccato i prezzi verso l'agricoltore garantendogli circa 320/330 dollari. Quindi con questi prezzi la Turchia non potrà sicuramente esportare 

    In Francia del sud, causa incendi e alluvioni, si riscontrano forti problematiche nei territori a grano duro e quasi certamente influenzeranno negativamente sulla raccolta abbassando ancora di più le previsioni iniziali 

    Nella sezione listini potrete visionare le quotazioni settimanali 

18/06/25

PERCHE' VI CONSIGLIAMO DI ASSOCIARVI ...

UNITI TROVEREMO LE SOLUZIONI PER SALVARE IL CEREALE PIU' COLTIVATO IN SICILIA

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    Questa associazione nasce con l'intenzione di salvaguardare  tutto l'indotto che produce, commercializza e trasforma il grano duro siciliano.

    Gli agricoltori sono arrabbiati con i commercianti, i commercianti dicono che i molini ne aprofittano ed i molini accusano le industrie di speculazione .....

    Dove sta la verità?

    Ebbene, ciò che possiamo certamente constatare e che nell'ultimo ventennio, tutte le attività sopra citate sono state investite da una grande e grave crisi e tutto ciò viene confermato dalle numerosissime chiusure di azende agricole, di commercianti, di molini e di pastifici, sopratutto in Sicilia.

    La Sicilia terra di molini e pastifici, famosi in tutto il mondo, fino agli anni novanta  contava più di duecento molini e moltissimi pastifici che erano in grado di produrre quasi il 40% del fabisogno nazionale. Ad oggi, purtroppo, rimangono solo una decina di molini solidi e tre o quattro pastifici importanti.. 

    Quindi dobbiamo porci tutti una sola domanda: dove abbiamo sbagliato?

    Sicuramente uno dei principali errori che abbiamo commesso è stato ed lo è ancora oggi, quello di voler operare in solitario, convinti che la nostra scaltrezza ci avrebbe sempre permesso di stare un passo avanti ai nostri colleghi e che quindi a fallire sarebbe stato lui e non noi!

    Niente di più sbagliato!!!!!

    Questo modo di operare ci ha indeboliti, anno dopo anno, sempre di più e alla fine nessuno sopravviverà.

    Chi ne uscirà vittorioso sarà solamente uno e si chiama speculatore finanziario

    Lo speculatore finanziario e colui che detiene enormi capitali ed è sempre alla ricerca di mercati molto liquidi dove però la maggior parte delle società presenti operano in condizioni complicate e con difficoltà economiche/finanziarie.

    Forse in altri settori risulterebbe impossibile contrastare gli speculatori finanziari, ma nel nostro settore ( ancora di nicchia) si potrebbero avere ancora delle chance di salvezza.

    Il nostro grano duro, trasformato, produce un prodotto di nicchia che si chiama pasta italiana, famosa e richiesta in tutto il mondo fino agli anni novanta. Se questo nostro prodotto venisse tutelato e salvaguardato per il tramite di norme o leggi  che lo differenzierebbero dal resto del mondo, rendendolo agl'occhi del consumatore (sopratutto non italiano) il meglio del meglio, ancora oggi e senza ombra di dubbio ci permetterebbe di ottenere un piccolo premio maggiore sul prezzo che  distribuito in tutte le sue fasi di produzione (agricoltore, commerciante, molino e pastificio) porterebbe benessere e reddito sufficienti a far vivere tutti bene. 

    Quindi dobbiamo comprendere che la politica "io produco di più, abbasso i prezzi, allungo i pagamenti e cosi distruggo la concorrenza" ci ha portato solamente a denigrare, agl'occhi del consumatore, il nostro prodotto in ogni sua fase di lavorazione. 

    Fino agli anni novanta la nostra pasta era amata e ricercata in tutto il mondo principalmente per la sua ottima qualità, ma obbiettivamente la vera differenza che ci permise di essere leader incontrastati del settore, fù il messaggio che gli imprenditori della pasta seppero trasmettere ai consumatori, ovvero, che un buon piatto di pasta lo cucini solamente utilizzando una buona pasta italiana prodotta da un molino e pastificio italiano e con farina di grano italiano.  

    FIDATEVI CHE NON MI STO SBAGLIANDO SE ADESSO VI DICO CHE CON L'AVVENTO DI UNA NUOVA GENERAZIONE IMPRENDITORIALE (FIGLI O NIPOTI) LA POLITICA ECONOMICA DELLE INDUSTRIE MOLITORIE E PASTARIE CAMBIO' IN PEGGIO CAUSANDO LA CRISI IN CUI STIAMO ADESSO NUOTANDO.

    Ve lo dimostro con un semplice esempio cui spero vi faccia aprire gl'occhi:

    Tra gli anni 60 e 70 il mondo produceva  circa 150 milioni di quintali di grano duro e l'industria italiana ne trasformava quasi 50/60 milioni di ql., quindi più di un terzo e tra l'altro utilizzando quasi tutto grano italiano grazie ai due milioni di ettari che l'Italia seminava ogni anno.

    Tra l'anno 2000 e l'anno 2020, la produzione ed il consumo mondiale di grano duro cresceva a circa 360/380 milioni di ql., contestualmente però, causa di leggi emesse dalla CEE, ma che sfortunatamente non venvano mai monitorate dai nostri politici Italiani, i seminativi italiani scendevano da due milioni ad un milioneduecentomila ettari, causando così l'insufficienza della materia prima italiana.  

    L'industria italiana, nel frattempo, non cresceva proporzionalmente al consumo, riuscendo a trasformare solamente circa 55 milioni di ql.,ovvero meno del 20%. 

    Ma l'Italia non era leader in questo campo?? 

    Vi spiego cosa è successo:

    Le nostre industrie, ormai prive dei vecchi intelligenti imprenditori che venivano sostituiti da menager di bassa esperienza imprenditoriale, avevano ostinatamente puntato a voler guadagnare maggiori quote di mercato sul territoro nazionale anzichè puntare su i nuovi mercati internazionali e questo pur sapendo che non vi era stata nessuna crescita dei consumi interni. 

    Quindi la politica che dovettero adottare, per non diminuire la propria produzione, fù quella di abbassare i prezzi della pasta e di allungare i pagamenti addirittura a 12 mesi e oltre pur di riuscire ad accappararsi lo scaffale di un altro concorrente (follia pura).

    Naturalmente queste politiche di vendita costrinsero l'industria a dover ricercare una strategia che gli permettesse di ammortizzare questi maggiori costi. 

    Per far ciò, incominciarono a far arrivare del grano estero allo scopo di intasare i mercati ed ottenere un prezzo più basso sul grano nazionale. 

    Ma ciò non bastò e quindi incominciarono a comprare grano anche di bassa qualità e di basso prezzo proveniente da ogni angolo del mondo incuranti di eventuali malattie che questi grani avrebbero apportato all'essere umano ( ad esempio il grano duro radioattivo arrivato da chernobyl e commercialiizzato in Italia sotto forma di altri cereali, il grano duro canadese trattato con glisofate, il grano duro rifiutato da altri stati perchè non idoneo, il grano duro proveniente dall'India cui conservazione avviene tutt'oggi in depositi pieni di topi ed animali vari, ecc. ecc.)

    Tutte queste politiche scellerate comunque non portarono nessun beneficio all'industria, anzi contribuirono solamente a discreditare il nostro marchio made in Italy e a favorire la nascita molto celere di nuove industrie estere. 

    La prova di ciò la riscontriamo dalle  numerosissime chiusure di stabilimenti importanti come pasta Agnesi, pasta Buitoni, pasta Amato, pasta Tommasello, pasta Ferrara, pasta Tigre, ecc. ecc.

    Di contro però abbiamo favorito una nazione come la Turchia a diventare uno dei principali produttori di grano duro e di pasta al mondo in solo venti anni. La Turchia, sfruttando gli errori dei nostri grandissimi industriali, in soli venti anni ha sviluppato enormemente il proprio indotto, conquistando ogni anno nuove fette di mercato all'estero con una stima di produzione e trasformazione che ha raggiunto più di 40 milioni di ql. 

    Il governo turco, avendo visto gli errori commessi dalle industrie italiane, purdi salvaguardare questo loro business ha varato leggi a salvaguardia del loro prodotto, vietando l'acquisto di grano duro estero e privileggiando prima il consumo del proprio prodotto interno garantendo un prezzo congruo all'azienda agricola.

    CIO' CHE AVREMMO DOVUTO FARE NOI TANTI ANNI FA'!!!!

    Siamo ancora in tempo a salvare questa filiera?

    La risposta e SI ma dobbiamo mettere in pratica tutte le migliori strategie per riprenderci ciò che era nostro per lascito dei nostri nonni.....

18/06/25

MERCATI ESTERI

Sapere cosa succede all'estero ti aiuterà a comprendere meglio quale decisione prendere

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    Spagna e Grecia  stanno quasi completando la raccolta con ottimi risultati sia sulla qualità che quantità.

    I prezzi sul grano duro che si stanno applicando momentaneamente franco azienda agricola si aggirano intorno ai 24 euro/ql. 

    Le industrie Italiane non hanno comprato tanta merce per il momento.

     I commercianti offrono a 27 eur/ql franco nave.

    Francia ha diminuito nuovamente i propri seminati a grano duro ( circa 200 mila ettari), ma le ottime condizioni climatiche fanno presupporre un abbondante raccolto

    La Turchia è in piena raccolta (quasi alla fine), qualità e quantità sono ottime.

    Il governo, per tramite del TMO, ha fissato un prezzo minimo per il grano duro da riconoscere agli agricoltori che varia da un minimo ad un massimo di 340/344 dollari  per tn.

    Al momento con questi prezzi alti offerti all'agricoltore oltre al divieto di importazione imposto dal governo, sarà impossibile per i commercianti turchi poter esportare in Italia.

    Nord africa o Magreb hanno anch'essi avuto dei buoni raccolti. Anno dopo anno,  le loro rese di grano duro e tenero continuano a migliorarsi grazie agl'investimenti fatti dai governi e quindi anche le importazioni saranno in continua diminuzione influenzando negativamente i prezzi del grano dei paesi esportatori (salvo nelle annate di grande siccità).

    Stati Uniti e Canada, pur avendo avuto un clima molto asciutto e con poca umidità nel suolo,  hanno comunque concluso le semine già da un mese.

    Tutto il mondo osserverà quant'acqua cadrà tra giugno e luglio, ma ad oggi le precipitazioni sono state quasi zero (sopratutto ad est) e qualora dovesse permanere questa siccità, con molta probabilità assisteremo ad un aumento dei prezzi già dopo il 10/15 luglio, quindi attenzione!!

    Infine va anche puntualizzato che le scorte mondiali di grano duro sono al loro minimo storico, ovvero quasi azzerate. Quindi, visto che i mercati hanno già scontato tutte le buone notizie, portando il prezzo del grano duro al minimo storico, un eventuale problema sui raccolti americani e canadesi potrebbe far cambiare la tendenza da ribasso al rialzo. Se a fine luglio non vedremo nessun cambiamento sul prezzo, vorrà dire che assisteremo probabilmente ad un anno con prezzi che andranno da 23 ad 28 euro franco azienda.



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